La città murata di roccella è un tipico abitato medievale, la maggior parte del quale occupa la parte più ampia della rocca, protesa verso il mare, con le stradine strette e le case situate l’una a ridosso dell’altra, con i palazzi nobiliari situati sulle, affacciati sul mare, e le chiese inserite nel tessuto urbanistico ; un quartiere stretto ed allungato si dispone a terrazze sul costone orientale sotto l’istmo roccioso del Castello, ed è attraversato da un percorso viario.
Gli edifici più conservati immediatamente riconoscibili nella città medievale sono situati al centro della cittadina, affacciati sulla Piazza Maggiore: la chiesa Matrice dedicata a San Nicola di Bari e, accanto, il Palazzo Feudale.
Nei ruderi dell’abitato, tra i depositi di crollo e terreno, vi sono i resti di numerose case, di almeno tre palazzi, di sei chiese, di altrettante strade. L’estensione dello spazio abitabile sulla rocca fa pensare alla capacità di una popolazione stimabile approssimativamente fra i 1000 e i 1500 abitanti, considerando che l’assetto urbanistico nei secoli dal medioevo al XVIII sec. presentava elementi sostanzialmente diversi dall’evidenza odierna; bisogna tenere conto, infatti, dei seguenti fattori di cambiamento:
a) frane, smottamenti e dilavamenti, hanno fatto scivolare a valle alcuni tratti della collina insieme alle costruzioni che vi si trovavano, pertanto lo spazio disponibile oggi è ridotto notevolmente;
b) le case erano piccole e costruite in modo serrato, senza spazi notevoli tra di esse;
c) l’ampliamento del Palazzo Carafa avvenuto tra il 1709 e il 1726, ha fagocitato letteralmente l’intero settore Sud-Ovest dell’abitato.
Dalle poche fonti notarili superstiti, e dalle fonti ecclesiastiche, molto più numerose, si è a conoscenza di alcuni tra i maggiori edifici della città sulla rupe: tre chiese parrocchiali (la Matrice o San Nicola Superiore, San Nicola inferiore dal 1625 attestata come ex Alif o Aliph, S. Anastasia), la chiesa dell’ Annunciazione ricavata nel soccorpo della Matrice ed attestata dal XVIII sec., la semplice cappella di S. Giovanni elemosinario attestata nel 1591; la chiesa dell’ Assunzione della B. M. Vergine, detta de Latinis, di Juspatronato Carafa; inoltre: la casa dell’Universitatis; magazzini per l’olio, botteghe, i palazzi di alcune famiglie dell’aristocrazia roccellese e tante case di proprietà feudale date in concessione enfiteutica a privati cittadini situate in vari punti della città.
La chiesa dell’Annunciazione situata sotto il presbitero della chiesa Matrice;
La chiesa di S. Nicola Inferiore o ex Aliph, cosiddetta probabilmente per pertinenza all’omonima famiglia attestata a Roccella in quel periodo;
I ruderi della chiesa di S. Caterine con l’annesso ospedale, situati sotto il lato meridionale della Chiesa Matrice;
I ruderi di un’altra chiesa posta sotto il Castello, nel quartiere dalla struttura a terrazze, identificabile con S. Anastasia;
Il palazzo Nanni, situato sul ciglio della rupe e appoggiato alle mura;
I ruderi situati sul Bastione centrale verso il mare, che potrebbero essere pertinenti al Palazzo della antichissima famiglia de Celano;
Un palazzo patrizio (quello dei baroni Pasqualino?) situato sulla piazza maggiore;
I resti di una cappella addossata al coro della Matrice e comunicante con essa, della quale si conserva un ingresso con portale litico decorato, oggi obliterato dal crollo della soprastante cappella destra della Matrice, avvenuto nel settembre del 2000, che, verosimilmente, potrebbero appartenere alla chiesa dell’Assunzione della B.M. Vergine, detta de Latinis;
I ruderi visibili sul lato Est della Matrice, lungo una della strade laterali, attribuibili alla chiesa di libera collazione di S. Giovanni Elemosiniere.
Dalla pubblicazione di Marilisa Morrone Naymo “Roccella di San Vittore: la Città il Palazzo la Chiesa” ed. Corab